Ogni persona nasce e cresce in un contesto sociale e culturale che propone significati e valori caratteristici di ogni epoca storica. Concetti come salute, benessere, alimentazione, sport, divertimento e relazioni cambiano in base al periodo storico. Ciò influenza l’identità. Per fare un esempio cito il caso di Caterina da Siena istituita santa nel 1461. Nel Medioevo il controllo, le rinunce e le torture al proprio corpo erano intese, non come rigetto del fisico o disturbo mentale, ma come modalità di accesso al divino, di alta spiritualizzazione e controllo dei bisogni carnali. Gradualmente le manifestazioni di rinuncia al proprio corpo divennero una peculiarità delle donne e di nobile virtù. Questo periodo è stato definito quello delle “Sante anoressiche” tra cui abbiamo appunto Caterina da Siena. Oggi invece l’anoressia è vista come disturbo della nutrizione conclamato nel DSM 5. Questo piccolo esempio fa notare come l’identità si possa strutturare da valori prettamente culturali proposti in una determinata epoca storica.
Oltre a questo, l’identità si può generare anche per imitazione di modelli i quali, con le loro azioni, comportamenti e idee, possono far desiderare di essere proprio come un determinato tipo di sportivo o personaggio. Ciò, ad esempio, può incentivare nella pratica di specifiche attività sportive.
Anche le interazioni che abbiamo con altre persone e i feedback che riceviamo, influenzano la nostra identità e lo sport offre sicuramente molte di queste opportunità. Gli allenatori in questo caso risultano essere essenziali nello sviluppo dell’autostima dei ragazzi.
In ultima, le regole e i ruoli ,presenti nei contesti in cui viviamo, sono determinanti per far comprendere chi siamo e lo sport è sicuramente un contesto in cui il rispetto delle regole è basilare. Basti pensare a quanto il ruolo che si occupa in una squadra possa condizionare la nostra identità.
Da psicologi dello sport è importante comprendere come l’identità sia influenzata da questi fattori e nel caso gli atleti possano avere alcune defaiances riguardo a chi sono, all’attività che svolgono, a periodi di scarsa motivazione o di burnout, risulta opportuno prendere in considerazione tutta la storia personale dell’atleta. Da questo poter lavorare in simbiosi e capire come sia approdato l’atleta in quel tipo di disciplina sportiva così che possiamo essere consapevoli dei pilastri nel quale l’atleta abbia strutturato la sua identità sportiva. Questo permetterà maggiormente di aiutarlo in quelli che sono comunemente chiamati “periodi di crisi sportiva”.
Dott. Leonardo Gottardo