La lega americana NBA invita gli atleti a rivolgersi agli Psicologi dello Sport.
Il ruolo dello Psicologo dello Sport è sempre più riconosciuto, oltre che necessario. Gli atleti devono rispondere alla necessità di migliorarsi a livello prestazionale, a gestire le pressioni derivanti dalla società sportiva, dai compagni di squadra, dal coach, dai tifosi e da se stessi. Per questo hanno bisogno di un professionista che possa aiutarli a raggiungere la loro miglior performance possibile, che non dipende solo dalla prestanza fisica e la tecnica, ma anche dalla padronanza che raggiungono dei propri stati interni, emotivi e fisiologici.
Lo Psicologo dello Sport ha principalmente due modalità per supportare l’atleta: permettergli di raggiungere la performance ottimale, ma anche di accoglierlo come persona. Per questo il professionista si serve di una serie di test, tecniche e supporti tecnologici. Tra le varie tecniche una delle più utilizzate è il biofeedback, che permette di regolare, attraverso la consapevolezza, la propria respirazione, battito cardiaco e altri indici fisiologici, e attraverso l’allenamento si può imparare a gestirli, in particolare in momenti decisivi e di tensione, ampiamente presenti nelle gare sportive. Inoltre, sempre più utilizzo vedono le tecniche di neuroimmagine: si è visto che stimolando determinate aree cerebrali, si possono rafforzare le connessioni tra le sinapsi che governano il movimento, determinando un miglioramento anche a livello di performance.
Tutto questo rende misurabile ciò che fino a poco tempo fa sembrava intangilbile, e questo è fondamentale poiché ciò che si può misurare si può allenare e dunque migliorare.
L’importanza della sfera mentale ha avuto un nuovo riconoscimento importante: a pochi giorni dall’inizio della preseason, l’NBA ha mandato una lettera a tutti i giocatori invitandoli a usufruire di un’assistenza psicologica.
Sono molti gli atleti, a cui spesso attribuiamo quasi superpoteri, che hanno deciso di mostrare il loro lato umano. Ne è un esempio Kevin Love, campione affermato di basket, che ha scritto un articolo-confessione in cui ammette di aver sofferto di attacchi di panico per non aver dato peso ad alcune problematiche ed aver evitato troppo a lungo il confronto con se stesso. A precederlo vi era già stato DeMar Darnell DeRozan, e perciò il direttore esecutivo dell’Associazione Giocatori NBA, Michele Roberts, ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con la lega per aumentare i fondi destinati al benessere mentale dei giocatori. “Il benessere deve essere garantito a tutti i giocatori e lavoratori” avverte il Dott. Bargnani Alessandro, psicologo dello sport consulente per molti team professionisti.
Ma gli esempi non si limitano al basket. Proprio pochi giorni fa La Gazzetta dello Sport dedicava un articolo alla confessione di Cristiano Ronaldo, il quale ha ammesso di avere un po’ di ansia rispetto ai primi gol con la maglia della Juventus. Ma anche Lionel Messi, in particolare quando porta la maglia dell’Argentina, soffre di insonnia e forti nausee.
Jaylen Brown, atleta NBA, ha sottolineato come la capacità di “lasciar andare” sia stato fondamentale per raggiungere la propria performance ottimale, e che per lui è stata una conquista raggiunta attraverso la meditazione. E chi meglio degli atleti, ammirati da sportivi e non, potrebbe mai promuovere meglio l’importanza del benessere mentale?
A cura di Dott.ssa Agustina Perez Roldan
Sitografia
https://www.basketinside.com
https://www.numerosette.eu/love-derozan-e-infelicita/
https://sport.sky.it/nba/2018/09/19/nba-salute-mentale-giocatori-comunicato.html
https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Juventus/17-09-2018/cristiano-ronaldo-ansia-gol-2901077594439.shtml