Attualmente si stanno svolgendo in Russia i Mondiali di calcio 2018 e i colpi di scena non sono venuti a mancare. Ieri si sono conclusi gli ottavi di finale e gran parte delle squadre favorite alla vittoria è uscita dalla competizione. La Germania campione del Mondo uscente è arrivata ultima nel suo girone, non qualificandosi per gli ottavi di finale; la Spagna ha perso ai rigori con i padroni di casa della Russia; l’Argentina che si fa rimontare dalla Francia ed esce; il Portogallo campione d’Europa che non va oltre il 2 a 1 contro l’Uruguay.
Gli ottavi di finale si sono conclusi e otto squadre sono ancora in corsa per il titolo finale. Il tabellone attualmente è così composto:
Solitamente i mondiali sono una competizione molto difficile da giocare e per questo molto equilibrata. I mondiali di quest’anno però ci hanno fatto vivere delle vere e proprie sorprese. Nel calcio, a volte, basta un episodio, un errore, o una giocata, a cambiare le sorti ed il destino di una nazione intera.
Basti pensare a Messi (vincitore di 5 palloni d’oro) che si fa parare un rigore importantissimo dal portiere dell’Islanda Halldórsson, che per lavoro fa il videomaker perchè non è sufficiente lo stipendio. O Ronaldo (anche lui 5 volte pallone d’Oro) che nella sua carriera non è mai riuscito a segnare in una gara ad eliminazione diretta di un Mondiale.
In una competizione come questa, le doti individuali sono necessarie ma non essenziali. Gran parte delle squadre supera gli avversari grazie all’unità e alla compattezza del gruppo, piuttosto che da una giocata individuale.
Nell’articolo di oggi parliamo delle caratteristiche psicologiche di due leader della propria nazionale come Cristiano Ronaldo e Lionel Messi e il perché non siano riusciti a superare le eliminatorie.
Ogni squadra comunque ha il proprio capitano, il proprio leader, il proprio trascinatore dei successi. Nello specifico, oggi andremo a capire come un giocatore può cambiare le sorti ed il risultato di una partita, del girone o del Mondiale, e quali caratteristiche psicologiche debba avere un campione per raggiungere il massimo risultato ottenibile. Analizzeremo dunque la prima partita del mondiale dei due giocatori più forti attualmente del calcio moderno: Cristiano Ronaldo e Lionel Andrès Messi.
C’è da sottolineare che stiamo parlando di due tra i giocatori più forti della storia del calcio, e che l’analisi riguarda soprattutto ciò che si è visto nel primo incontro di coppa del Mondo e non della loro fantastica carriera.
Partiamo con il giocatore perfetto, una macchina da gol, il perfezionista del calcio: CR7. Il Portogallo di Ronaldo ha iniziato il suo mondiale con una delle partite più difficili, la prima vera grande sfida di questo mondiale: Portogallo-Spagna. E’ stata una partita giocata ad alta intensità, poiché entrambe le squadre volevano portare a casa i tre punti, e chi l’ha vista si è goduto una partita spettacolare, emozionante, finita in parità per 3 a 3. La verità su questo match è che se non ci fosse stato Ronaldo, il Portogallo non avrebbe ottenuto lo stesso risultato. Ronaldo è stato l’assoluto protagonista, autore di una tripletta e vero e proprio trascinatore e Leader del suo Portogallo. Un gol su rigore, un gol di sinistro su azione e un gol su punizione. Da parte del campione portoghese una partita praticamente perfetta. In seguito analizzeremo quali caratteristiche debba avere un Leader in campo.
La Partita di Leo Messi invece è stata ben differente. La sua Argentina (una delle favorite al mondiale) ha giocato la partita inaugurale contro una meno temibile Islanda, pareggiando però 1 a 1. La partita non è stata facile per entrambe le squadre. L’Argentina ha incontrato un’Islanda compatta, fisica, molto dura, che si è chiusa molto bene in fase difensiva e che ripartiva in velocità. C’è da dire che l’Argentina di Messi ha avuto le sue opportunità per vincere la partita, ma le occasioni non sono state sfruttate a dovere. Messi ha (purtroppo per lui e la sua Argentina) sbagliato un rigore, ha sbagliato un paio di punizioni, e su azione non è riuscito a timbrare il cartellino. Di seguito analizzeremo il comportamento del piccolo campione blaugrana.
Partiamo con il professionista per eccellenza; Cristiano Ronaldo. CR7 si è dimostrato nuovamente un atleta perfetto, alto, veloce, forte fisicamente, forte mentalmente e con una dedizione assoluta verso il calcio. La sua più grande caratteristica è la forza mentale, riesce sempre ad essere decisivo sia con la sua squadra di club (vincitore di 3 Champions League di fila) che con la nazionale (campione d’Europa nel 2012 per la prima volta nella storia del Portogallo). E’ difficile trovare un difetto a questo atleta, anche quando le cose vanno male lui riesce sempre ad essere il traghettatore della propria squadra.
Le caratteristiche che contraddistinguono la qualità di CR7 sono principalmente: la mentalità vincente costruita nel tempo, la costanza verso il lavoro, la comunicazione verbale con sé stesso e con i compagni, la comunicazione non verbale, la postura sempre perfetta, l’atteggiamento in campo da leader, la gestione delle emozioni e dello stress, il risolvere i problemi in gara, il prendere decisioni corrette durante il match, ma soprattutto la dedizione e la capacità di voler migliorare costantemente e spingere il proprio fisico all’estremo. Tutte queste caratteristiche sono funzionali ad un risultato ottimale. Che dire, quando c’è voglia, determinazione, sacrificio, competitività e una preparazione mentale adeguata per essere sempre efficace si possono raggiungere traguardi incredibili, e lui ne è un esempio. Ronaldo ha dimostrato a tutto il mondo che nulla è impossibile.
Per quanto riguarda Lionel Messi, è indiscutibile sia un campione eccelso a tutti i livelli, però analizzando le prestazioni con la nazionale albiceleste non è ancora riuscito raggiungere gli obiettivi prefissati. Non si mettono assolutamente in dubbio le sue qualità tecnico-tattiche, così come la sua immensa carriera. Leo ha doti innate. Ha dribbling, velocità, tocco, classe, agilità, fantasia, lui è un vero e proprio talento. Le sue doti fisiche lo rendono un giocatore incredibile, difficile da marcare e imprendibile quando parte con la palla al piede. Potrà essere decisivo in qualunque momento lo voglia, purché la sua volontà glielo consenta. Il suo limite però non è fisico, ma mentale.
Purtroppo la sua esperienza con l’Argentina non è stata delle migliori. Quattro anni fa ha perso la finale di coppa del Mondo contro la Germania e due anni fa il campione argentino ha perso la finale di Coppa Sudamericana, sbagliando un rigore e con una prestazione quantomeno discutibile. Dopo quelle esperienze negative, Messi aveva dichiarato che pensava anche al ritiro dalla nazionale perché non riusciva a sopportare la pressione e le critiche da parte della sua nazione. In questi mondiali tutti si aspettano che porti la sua nazionale sul tetto del mondo ed evidentemente la pressione e le aspettative non lo hanno reso tranquillo per riuscire ad avere la massima efficacia per raggiungere questo suo grande obiettivo.
Prendiamo in esempio la prima gara della coppa del Mondo contro l’Islanda. Ciò che si è notato è stato un atteggiamento passivo davanti ad una situazione stressante. Da notare la testa bassa, la poca comunicazione con i compagni, la risposta negativa e passiva davanti ad un errore commesso o il non rincorrere un avversario per riconquistare il pallone. Dai dati raccolti si nota che più del 58% della distanza percorsa da Leo in Russia va dai 0 a i 7 Km/h di velocità. Praticamente più della metà delle partite le ha giocate camminando. Messi è nato fenomeno, però è impensabile poter vincere un Mondiale non sacrificando anche le proprie qualità per il bene comune della squadra, e molto spesso il solo talento non basta se non accompagnato da un duro lavoro e molto sacrificio.
Riuscire a gestire la pressione e lo stress non è per niente facile, è importante costruire nel tempo una preparazione mentale ideale per saper gestire anche situazioni possibilmente stressanti. Naturalmente per avere una squadra forte e competitiva c’è bisogno di uno staff, di un allenatore e di compagni di squadra all’altezza, e molto spesso non è corretto dare le colpe ad un singolo giocatore. Forse in passato Messi ha dovuto subire proprio questo, il prendersi a carico una nazionale che gli ha dato una completa responsabilità dei propri successi e degli insuccessi. Molto spesso le aspettative e le responsabilità fanno si che i pensieri intrusivi condizionino la performance, per non parlare della pressione che deve subire ogniqualvolta scende in campo con la Nazionale. Non bisogna scaricare le responsabilità ad un singolo atleta quando c’è un gruppo e uno staff. Si vince tutti insieme e si perde tutti insieme. Questo è anche il bello del calcio.
Sabato 30 giugno si sono giocate due partite degli ottavi di finale tra: Uruguay-Portogallo (2-1) e Francia-Argentina (4-3). Come si nota entrambi i campioni hanno perso le rispettive partite uscendo definitivamente dai mondiali.
L’articolo ha come obiettivo quello di voler sottolineare come siano importanti le doti individuali, elencando e sottolineando quali caratteristiche psicologiche debba avere un campione e un leader. D’altro canto c’è da dire che il singolo può trascinare la propria squadra alla vittoria di una partita, ma molto spesso è l’unità di gruppo la vera forza che fa vincere i campionati. Proprio per questo motivo le grandi squadre puntano nel costruire un gruppo di giocatori che siano una famiglia, che si sentano sempre a loro agio e pronti a dar tutto per la maglia e per il compagno.
Uno degli obiettivi del C.I.S.S.P.A.T. Lab è proprio quello di lavorare anche sul gruppo (oltre che sull’atleta individuale) con lo scopo di migliorare la capacità dei gruppi di lavorare in team (team working) e di migliorare i risultati conseguiti dal team/gruppo. Gli obiettivi principali sono: facilitare la comunicazione, stimolare la creatività, porre obiettivi comuni, sviluppare l’empatia e l’ascolto, costruire un gruppo coeso, solido, forte mentalmente e che sia disposto a tutto per la maglia che indossa e per il compagno affianco (Team Building).
CURIOSITA’
Lionel Messi: “Nel Barcellona e nell’Argentina: è la squadra che mi rende grande, senza l’aiuto dei miei compagni non farei niente, e non avrei vinto nulla.”
Cristiano Ronaldo: “Credo che merito di vincere il pallone d’oro tutti gli anni. Mi piace vincere sempre ma so che non dipende solo da me.”
PROSSIMAMENTE: “La vincitrice: Speciale mondiali” – Articolo dedicato alla vincitrice del torneo, analizzando quali caratteristiche abbiano portato alla vittoria la squadra Campione del Mondo!
Articolo a cura del Dott. Enrico Nerboldi, collaboratore C.I.S.S.P.A.T. Lab