Non è solo una credenza comune quella che lo sport faccia bene alla salute: la mancanza di movimento è uno dei principali fattori di rischio per il benessere. Infatti nella Regione europea dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’inattività è ritenuta responsabile ogni anno di un milione di decessi (il 10% circa del totale) e di 8,3 milioni di anni persi al netto della disabilità.
I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica comprendono un minor rischio di contrarre malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete e alcune tipologie di tumore; essa svolge anche un ruolo importante nella gestione di talune affezioni croniche. L’attività fisica è necessaria alla salute tanto del corpo quanto della mente: produce effetti positivi sulla salute mentale riducendo le reazioni da stress, l’ansia e la depressione, migliorando le funzionalità mentali (come la capacità di prendere decisioni, quella di pianificare e la memoria a breve termine), promuovendo una sana regolazione del sonno e contribuendo a ridurre il rischio di demenza e dell’insorgere del morbo di Alzheimer. L’evidenza dei test clinici dimostra che l’esercizio può essere utile anche nella cura della depressione. Praticare livelli adeguati di attività fisica è condizione necessaria allo sviluppo di basilari capacità cognitive, motorie e sociali.
Lo sport inoltre porta benefici a tutte le età. Nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza, l’attività fisica è necessaria allo sviluppo di capacità motorie essenziali come anche allo sviluppo osteo-muscolare. In età adulta, l’attività fisica aiuta a mantenere il tono muscolare e a migliorare la salute dell’apparato cardiorespiratorio e di quello osseo. Anche in età avanzata, l’attività fisica è mirata a mantenersi sani, agili e autosufficienti a livello funzionale e favorisce la partecipazione sociale.
In Europa tra le persone di età superiore ai 15 anni, sei su dieci non fanno mai esercizio o sport. Gli italiani sono tra i più sedentari, con il 60% che dichiara di non fare mai sport o attività fisica, contro una media europea del 42% e un primato, quello della Svezia, che si ferma al 9%. L’aumento della sedentarietà di bambini e adolescenti desta allarme. Solo il 34% degli adolescenti europei di età compresa tra 13 e 15 anni è fisicamente attivo ai livelli consigliati.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato per questo motivo delle linee guida per l’attività fisica 2016-2020. La strategia è fondata sullo sport quale fattore trainante per la salute e il benessere della Regione europea, e mira a spingere i governi e le parti interessate a lavorare per aumentare i livelli di attività fisica praticati da tutti i cittadini:
- promuovendo l’attività fisica e riducendo i comportamenti sedentari;
- creando condizioni favorevoli allo svolgimento di attività fisica attraverso un contesto edilizio stimolante e sicuro, spazi pubblici accessibili e infrastrutture adeguate;
- garantendo pari opportunità in materia di attività fisica a prescindere dal genere, dall’età, dai livelli di reddito, di istruzione, dall’appartenenza ad un gruppo etnico o dalla disabilità;
- rimuovendo le barriere all’attività fisica, nonché facilitandola.
L’OMS raccomanda agli adulti, anziani compresi, di praticare almeno 150 minuti a settimana di attività fisica di tipo aerobico a intensità moderata. Si tratta di promuovere l’attività fisica come parte della vita quotidiana di tutti gli adulti, ad esempio nelle modalità di trasporto, nel tempo libero, nei luoghi di lavoro e all’interno del sistema sanitario. Bambini e giovani dovrebbero praticare un totale di almeno 60 minuti al giorno di attività fisica, da moderata a intensa. Praticare livelli superiori di attività fisica può con ogni probabilità comportare ulteriori benefici per la salute, in età sia adulta che infantile. Per promuovere l’attività fisica e ridurre l’incidenza delle malattie non trasmissibili in Europa occorre pertanto adottare un approccio che tenga conto di tutte le fasi della vita; ciò non significa soltanto assicurarsi che ogni bambino inizi bene il proprio percorso di vita, ma anche prevenire le abitudini poco salutari che tendiamo spesso ad acquisire nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza.
Per ulteriori approfondimenti, rimando al testo sulle linee guida a cura della UISP, che si occupa del progetto in Italia.
Staff. CISSPAT
Dott. Bargnani Alessandro
Dott.ssa Franco Giada