Claudio Ranieri, grazie al suo grande bagaglio di esperienza come coach, sa bene quali vantaggi può portare la psicologia sportiva a una squadra di calcio, soprattutto nel momento in cui il suo Leicester City FC si è trovato tanto meritatamente quanto inaspettatamente al comando del campionato inglese. L’allenatore romano infatti già alla sua prima stagione da mister, sulla panchina della Vigor Lamezia, nel 1986 curava diversi aspetti mentali nella preparazione dei giocatori. Durante questa fantastica ed incredibile stagione “Sir Claudio” ha capito che, in un momento decisivo della corsa al titolo, la squadra stava dando qualche segno di nervosismo. In particolare questi segnali preoccupanti sono risultati evidenti durante la sfida giocata in casa, al King Power Stadium, contro il West Ham, in cui le “Foxes” sono dapprima andate in vantaggio con il solito Vardy, salvo poi farsi rimontare, a causa anche di alcune discutibili decisioni arbitrali che hanno portato all’espulsione del funambolico attaccante inglese, ed infine chiudere il match con un pareggio insperato, ottenuto nei minuti finali grazie al subentrato Ulloa. In seguito a questa sfida Vardy, che fino ad allora era stato considerato il maggiore artefice della impresa, è stato squalificato per tre turni e Ranieri, da saggio conoscitore del mondo del calcio e delle pressioni che esso può esercitare su giocatori non abituati a sopportarle, ha deciso di affidarsi per qualche tempo a un consulente psicologico, Mark McConnochie, affinchè spiegasse ai suoi ragazzi come affrontare meglio lo stress. Questo esperto ha spiegato in cosa consistesse lo stress e come poterlo curare: “Lo stress è come un elastico, non lavoriamo al massimo del nostro potenziale senza la giusta dose di stress, ma cosa possiamo fare quando lo stress è eccessivo? Lo stress aumenta quando un compito ci sembra troppo difficile per le nostre possibilità o, in altre parole, quando la sfida sembra troppo grande e aumenta ancor di più quando la ricompensa è maggiore di quelle cui siamo abituati. Un modo per ridurre lo stress è preoccuparsi del compito da svolgere un passo alla volta. In sostanza, invece di pensare che bisogna vincere tutte le partite, è bene concentrarsi soltanto sul match più ravvicinato“. (Sport Fair)
A giudicare dai risultati ottenuti, è stata davvero una mossa vincente quella effettuata dal mister originario del quartiere romano di Testaccio, il quale è stato un fattore veramente determinante in questa cavalcata straordinaria grazie alla sua notevole esperienza, che lo ha portato a saper gestire al meglio le relazioni umane con gli atleti, senza avere alcun timore nel circondarsi di persone esperte del settore psicologico, come McConnochie e Way, psicologo sportivo ufficiale della società inglese. Ora forse saranno i giocatori del Tottenham, squadra che è stata la più diretta rivale del Leicester City FC nella corsa al titolo, ad avere bisogno di uno psicologo, perché non si sa quando potrà ricapitare una occasione di questo tipo per trionfare in campionato agli Hotspurs.
Detto questo, in quanto psicologi dello sport vorremmo fare una puntualizzazione in risposta a quanti hanno detto che quella del Leicester City FC di Ranieri è stata una bella favola o un sogno romantico, ma non un modello replicabile nel calcio nostrano. Uno dei limiti più grandi del nostro Paese, e quindi anche del nostro sport più seguito, è proprio questo: pensare che quanto di buono fatto, magari anche da un italiano, in un altro Stato da noi non sia per niente replicabile a causa di una serie di ragioni più o meno veritiere. Perché se una squadra provinciale dopo 30 partite di Serie A fosse in testa alla classifica, non potrebbe mai vincere lo scudetto. Una squadra di questo tipo però, per poter raggiungere i vertici di un campionato importante e difficile come quello italiano, dovrebbe avere una serie di caratteristiche, come:
- Un allenatore tanto esperto quanto disponibile a lasciare spazio a collaboratori professionisti che si occupino di altri ambiti sportivi necessari affinchè la preparazione della squadra sia la più completa possibile sotto ogni punto di vista. Un coach sotto questo aspetto è bene che non sia un accentratore, ma che si circondi di figure valide e professionali, come uno psicologo dello sport, ad esempio, lasciando loro spazio e tempo per lavorare con continuità, seguendo ciò che ha dimostrato di saper fare Ranieri.
- Una società solida, come il Leicester City FC fin qui ha dimostrato di essere, anche se attualmente è nelle mani di capitali stranieri.
- Una rosa di giocatori che siano non solo validi da un punto di vista tecnico, tattico e atletico, ma che abbiano soprattutto voglia di fare e di stupire come dimostrato in questa stagione dai vari Schmeichel, Morgan, Huth, Fuchs, Kantè, Drinkwater, Albrighton, Mahrez, Vardy e tutti gli altri.
- Uno staff di collaboratori validi dal punto di vista professionale, che vada dai preparatori atletici ai preparatori dei portieri, dai fisioterapisti ai nutrizionisti, dai tattici agli psicologi dello sport, perché è anche il loro lavoro a scendere in campo insieme ai giocatori durante ogni singola partita.
Questa precisazione si è resa necessaria perché è impensabile che in uno sport praticato a un così alto livello, si possa ancora pensare che esistano i sogni, le favole e i modelli non replicabili. Esiste invece il duro lavoro di professionisti, che hanno studiato e hanno svolto una infinita esperienza sul campo per poter essere capaci di aiutare i giocatori costantemente durante la settimana, per far sì che in questo modo, una volta giunto il giorno della partita, essi riuscissero a dare il meglio di sé, riuscendo così ad aiutare la squadra nel raggiungimento del traguardo che era stato fissato.
Pensare che il “modello Leicester” non sia replicabile sarebbe un vero peccato e una piccola grande sconfitta per lo sport, in particolare per il riconoscimento di quelle professioni scientifiche come lo psicologo sportivo, di cui ancora oggi troppo spesso si pensa che sia uno “stregone” in grado di entrare nella mente degli atleti, ma non in grado di portare alcun beneficio alle prestazioni e ai giocatori in campo.
Ecco, il “modello Leicester” è la vittoria di Ranieri come allenatore ma forse ancor di più come persona, perchè ha lasciato spazio di lavoro ai collaboratori di cui si è fidato e in cui ha creduto, della sua squadra di giocatori e del suo staff di professionisti con un immenso valore tecnico.
Dott. Davide Ghilardi