Il campionato di serie A 2017/2018 entrerà nella storia del calcio italiano come un anno piuttosto significativo. Non solo per il record del settimo scudetto vinto consecutivamente dalla Juventus bensì dall’introduzione di una tecnologia che permette la revisione di un azione poco chiara da parte degli arbitri; La Tecnologia in questione è chiamata VAR.
La VAR (Video Assistant Referee – Arbitro assistente video) è un’assistenza tecnologica al servizio dei direttori di gara durante una partita di calcio. Questo tipo di tecnologia permette di rivedere un azione che sembra dubbiosa per il direttore di gara, grazie ad uno schermo situato a bordo campo. Lo scopo è agevolare le decisioni arbitrali per essere più oggettivi possibili davanti ad eventi che possono condizionare il risultato di una partita o di un campionato. L’arbitro durante la partita è in costante comunicazione via radio con gli assistenti che, durante il gioco, guardano i replay istantanei dell’azione e se è il caso informano l’arbitro riguardo una decisione da rivedere. Gli assistenti dunque rivedono le immagini video spiegando via radio cos’è successo e le dinamiche dell’accaduto all’arbitro; l’arbitro successivamente potrà rivedere il video a bordo campo e la decisione finale spetta solo ed esclusivamente al direttore di gara.
Il VAR è stato approvato il 6 marzo 2016 dall’ International Football Associacion Board, ovvero l’organizzazione che prende decisioni riguardanti le regole del gioco del calcio. Il presidente della FIFA Gianni Infantino ha ufficializzato per la prima volta nella storia l’uso del sistema VAR durante il Campionato del mondo 2018. Il sistema è entrato in vigore (prima di utilizzarlo in un campionato del mondo) anche nel campionato italiano di serie A 2017/2018.
La VAR, cos’ha cambiato?
Un arbitro, così come un atleta, ha bisogno di essere sempre attento e concentrato durante le sue performance. Come un atleta ha bisogno di allenarsi per essere in forma durante tutto il campionato; dal punto di vista fisico ma anche psicologico/mentale. L’aspetto fisico è importante per permettergli di essere sempre (o quasi) posizionato correttamente al fine di osservare oggettivamente le azioni dei giocatori, mentre l’aspetto psicologico è di gran lunga più importante per questo ruolo.
Le caratteristiche psicologiche di un arbitro devono essere molteplici, non è sufficiente avere specifiche doti, bensì avere caratteristiche generali che gli permettono di commettere meno errori decisionali possibili.
Un arbitro professionista deve avere ottime capacità di decision making (presa di decisione), ottime capacità di problem solving (risoluzioni di problemi), dev’essere un ottimo mediatore e avere ottime capacità comunicative sia con i propri colleghi che con i giocatori in campo. Deve avere buone capacità di gestione dell’ansia e dello stress cercando di tenere alta la propria confidence, l’autostima e il carisma, soprattutto dopo un possibile errore commesso; deve riuscire a farsi rispettare sia in campo che fuori e non farsi condizionare troppo da situazioni esterne a sé stesso come critiche, proteste, insulti o urla. E’ importante dunque non farsi condizionare dall’ambiente circostante ma cercare comunque di aumentare la propria capacità di “locus of control” interno. Il ruolo dell’arbitro non è di certo semplice, le sue scelte sono sempre sotto gli occhi di tutti, dai tifosi, ai giocatori, agli allenatori e proprio per questo soggetto a molte critiche. Il sistema della VAR vuole agevolare il lavoro del direttore di gara e far si che le sue scelte siano coerenti con ciò che si vede oggettivamente in campo e non condizionate da situazione esterne. Oltre a questo permette agli arbitri di essere più sicuri di sé quando affiancati dalla “moviola in campo”, e permette di metterli nelle condizioni migliori di prendere le scelte più corrette durante la gara.
Di seguito analizzeremo statisticamente come in un anno di VAR le scelte arbitrali siano cambiate rispetto agli anni passati. I dati raccolti fanno si che possiamo esprimere un giudizio positivo su questa nuova tecnologia che ha permesso quest’anno di diminuire significativamente le simulazioni, le proteste, i cartellini gialli e anche i cartellini rossi. Finalmente con l’utilizzo della moviola in campo si possono diminuire gli errori di giudizio e permettere che gli episodi durante le partite non modifichino negativamente l’esito degli incontri.
Per parlare di VAR e capire meglio le dinamiche che intercorrono nella testa di un arbitro, abbiamo intervistato un arbitro internazionale di rugby: ELIA RIZZO.
Lei che viene dal rugby e che il “TMO” è già inserito da tempo, cosa pensa di questo aggiornamento tecnologico nel mondo del calcio?
Credo sia una tappa fondamentale per ridare credibilità ad uno sport dove, spesso, la percezione soggettiva prevarica su una più onesta analisi della realtà (e cioè che sbagliano tutti, molto più di quanto si pensi).
Le statistiche lo provano ancora prima di qualsiasi riflessione. Nello sport professionistico ci sono diversi assistenti dell’allenatore che analizzano in tempo reale dati ed azioni, condividendolo con feedback costanti, non vedo perché nel team arbitrale del calcio non debba esserci anche un simile supporto esterno.
Quanto aiuta la sua performance di arbitro sapere di avere il “TMO/VAR” di supporto?
Incredibilmente tanto, ad essere riduttivi. Sei occhi che guardano la stessa cosa sono sicuramente meglio di due, avercene altri due che fungono da osservatore esterno (migliore visone d’insieme, minor impatto emotivo, maggior distacco emozionale, fiducia incondizionata) contribuisce ancora di più la sicurezza nel prendere decisioni. Anche solo il fatto di potersi scambiare dei feedback positivi durante la partita aiuta molto a mantenere l’attivazione in regola e non farsi trascinare dalle emozioni. È un po’ come il paracadute d’emergenza contenuto nello stesso paracadute primario. Si può avere problemi al primo colpo, molto difficile averne al secondo.
Ringraziamo pubblicamente per la disponibilità ELIA RIZZO e per la dedizione che mette costantemente nel suo lavoro.
Per concludere il nostro articolo andiamo ad analizzare statisticamente ogni aspetto della VAR, possiamo notare come si sarebbe concluso il campionato di serie A con l’utilizzo della Var e come si sarebbe concluso senza l’utilizzo della Var.
Ecco nel dettaglio le due classifiche a confronto:
Le classifiche in questione sono il confronto tra il campionato che si concludeva senza VAR e lo stesso campionato che ha dato i verdetti con l’utilizzo della VAR. Da come si nota dalla foto possiamo affermare che la vincitrice del campionato sarebbe stata comunque la Juventus, così come non ci sarebbe stata alcuna differenza per le tre squadre retrocesse in serie B.
Nella classifica con l’utilizzo della VAR si nota come la Roma è stata la squadra maggiormente danneggiata, ottenendo 5 punti in meno nella classifica reale. Le due squadre maggiormente agevolate invece sono state Milan e Fiorentina, che senza l’utilizzo del VAR avrebbero concluso il campionato con ben 6 punti in meno.
Oltre alla differenza dei punti con cui hanno concluso il campionato le varie squadre, si nota che lo stravolgimento più importante è stato l’ultimo posto disponibile per la Uefa Champions League, che si sarebbe aggiudicato il posto la Lazio con 75 punti (anziché 72) a discapito dell’Inter con cui ha concluso con 72 punti (anziché 71). Per quanto riguarda invece la Uefa Europa League si nota che il Milan non sarebbe neanche entrato nelle coppe Europee senza l’utilizzo della VAR, difatti ha conquistato il 6° posto in campionato (sul campo) a discapito del Torino che ha “perso” ben 5 punti nella classifica finale con la Var, concludendo la stagione al 10° posto.
Di seguito troviamo tutti i dati riguardanti la VAR nella stagione calcistica di Seria A 2017/18:
- 397 PARTITE: 2023 CHECK (di cui 538 rigori, 407 rossi, 1060 gol);
- 117 Decisioni arbitrali cambiate (59 rigori,16 rossi, 42 gol):
- Percentuale errori con il VAR: 0,89%
- Percentuali errori senza VAR: 5,78%
- Simulazioni: Rispetto alla stagione precedente: -35,3% (34 stagione 2016/17, 22 stagione 2017/18)
- Gialli totali: Rispetto alla stagione precedente: -12,3% (1.719 stagione 2016/17, 1.508 stagione 2017/18)
- Rossi totali: Rispetto alla stagione precedente: -7,1% (97 stagione 2016/17, 91 stagione 2017/18). La stagione precedente 11 rossi per proteste, quest’anno 1.
- Proteste: Rispetto alla stagione precedente: -17,5% (137 stagione 2016/17, 113 stagione 2017/18)
- Recupero: Rispetto alla stagione precedente: +13” (5’28” stagione 2016/17, 5’41” stagione 2017/18);
- Tempo effettivo: Rispetto alla stagione precedente: +43” (50’30” stagione 2016/17, 51’13” stagione 2017/18)
- Tempo medio Decisione VAR Serie A: 31’5”
- Tempo medio Decisioni cambiate (32” VAR + 50” OFR) Serie A: 1’22”
- 76 Decisioni arbitrali cambiate con OFR (On field review), 41 Decisioni arbitrali cambiate Fattuali, 18 Conferme arbitrali dopo OFR;
Articolo a cura del Dott. Enrico Nerboldi collaboratore C.I.S.S.P.A.T. Lab
Responsabile C.I.S.S.P.A.T. Lab: Dott. Alessandro Bargnani