Uno dei più talentuosi e promettenti piloti della Moto Gp , Marc Marquez, si è reso protagonista di una gara “assurda” questa domenica nel circuito argentino Autodromo di Termas de Rìo Hondo, guadagnandosi, agli occhi dell’opinione pubblica, l’appellativo di “pericoloso”. Egli ha fatto a sportellate con la leggenda Valentino Rossi (e non solo) per recuperare un iniziale svantaggio causato dallo spegnimento della moto. Provando a riaccenderla, ha eseguito una manovra non consentita ed è stato penalizzato, ripartendo dai box.
La psicofisiologia applicata ci spiega come possiamo reagire di fronte ad uno stress acuto Fight or Flight away, cercando di preservare la nostra salute e predisponendoci nel modo migliore all’adattamento all’ambiente, sebbene studi recenti considerino almeno altre due possibilità di reazione (Freeze e Flight away). Nel nostro caso, abbiamo un chiaro esempio di reazione Fight (combattimento) come conseguenza all’enorme stress causato dalla penalità iniziale in gara. Nella modalità combattiva del pilota spagnolo, però, la razionalità sembra intervenire solo a posteriori (ad esempio quando chiede scusa a Rossi dopo averne determinato la caduta).
Proprio per la mancanza di un pensiero dietro l’azione, la reazione spropositata di Marquez denota una cattiva gestione emotiva, che causa al pilota una serie di ripercussioni dal punto di vista sportivo, disciplinare, mediatico, ma soprattutto palesi rischi per la propria e la altrui incolumità.
Questo evento inatteso, ci mostra come la mancanza di un “piano B“, l’essere impreparati di fronte all’imprevisto, possa determinare uno scompenso emotivo anche negli atleti di primissima fascia. Marquez tenta in tutti i modi di recuperare il gap dagli altri piloti e, anche nel momento in cui sembra in procinto di farcela, vuole di più. Non attende il momento giusto, non aspetta che si crei lo spazio necessario, ma invade, con la sua iper-determinazione (causata dall’ipercompensazione del danno precedente), la traiettoria degli altri piloti.
Anche dopo la gara, quando viene intervistato, Marquez si assume solo in parte le proprie responsabilità, attribuendo al terreno bagnato, ai freni e alla sua eccessiva velocità in confronto a Rossi, la colpa per il sorpasso avventato. Il locus di attribuzione esterno è un elemento che spesso consente agli atleti di preservare una buona quota di autostima, spostando l’attenzione sugli eventi e sulle circostante esterne. In questo caso è utilizzato da Marc per stemperare il clima di tensione creatosi attorno a lui, cercando una giustificazione plausibile per il suo comportamento.
La non tolleranza alla frustrazione, la cattiva gestione emotiva, l’ipercompensazione, la mancanza di flessibilità mentale, la pressione e le aspettative troppo elevate su di sé, sono tutti elementi che determinano l’errore tecnico e, in questo caso, spostano il focus mentale fuori dalla performance.
Non è ciò che dici o speri o desideri
o intendi che conta,
ma solo ciò che fai.
Le tue scelte ti dicono
infallibilmente ciò che sei davvero.
Brian Tracy
Articolo a cura del Dott. Giuseppe Parisi, collaboratore CISSPAT Lab.
Direttore CISSPAT Lab Dott. Alessandro Bargnani.
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