In questo breve articolo andremo ad analizzare uno studio tennistico riguardante la differenza della preparazione alla performance tra un gruppo che ha seguito un programma di potenziamento cognitivo ed un altro al quale non sono stati somministrati test psicologici. Di seguito vi presentiamo alcuni risultati che sono stati analizzati in uno studio di “Mental Training Programme” (MTP) della durata di una stagione su nove giocatori di tennis Juniores d’Elite. In questa piccola ricerca sperimentale (MTP) i nove atleti che hanno partecipato al programma sono stati suddivisi in due gruppi:
Al primo gruppo (n=5), oltre alla pratica quotidiana di tennis, sono stati esposti e seguiti alcuni esercizi per 5 diverse abilità psicologiche: Una definizione chiara degli obiettivi (goal setting); un pensiero positivo e costruttivo per una maggiore conversazione con sè stessi (Self talk); alcune tecniche per la regolazione dell’eccitazione; la capacità di visualizzare le immagini ed il controllo dell’immaginazione personale degli esercizi; delle tecniche di potenziamento per l’attenzione e per la concentrazione. Il secondo gruppo (n=4), ha eseguito la stessa quantità e qualità di esercitazioni pratiche nel tennis del primo gruppo con la differenza che non vi è stata proposta alcuna esercitazione mentale accompagnata con quella pratica.
L’efficacia del programma ha permesso di valutare e confrontare lo stato d’ansia (a), la gestione dell’ansia di tratto e dell’ansia pre-gara (b) grazie al test CSAI-2 e la valutazione delle prestazioni del tennis con dati statistici specifici (c). I risultati hanno dimostrato che per il primo gruppo si è verificato un aumento della dimensione direzionale dell’ansia somatica, dell’ansia cognitiva e della fiducia in sé stessi. In sintesi, il gruppo che ha seguito il “mental training programme” ha dimostrato di saper gestire meglio l’ansia, con una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e della propria fiducia aumentando complessivamente anche la qualità della prestazione in gara rispetto a coloro che non hanno seguito il programma di potenziamento cognitivo. Si dimostra chiaramente quindi, che l’efficacia del “MTP” non solo permette un miglioramento della performance ma anche permette l’eliminazione di problemi specifici di prestazione che pregiudicano la performance in gara ed i risultati pre-imposti tramite gli obiettivi.
Riusciamo dunque, anche grazie a questi studi, ad affermare che i programmi di potenziamento cognitivo permettono un miglioramento significativo della performance, per aumentare le probabilità di successo dei nostri atleti al fine di riuscire a calcare i grandi palcoscenici! All’ interno del settore della psicologia dello sport possiamo enunciare che oltre gli sport di squadra, nel quale alcune dinamiche personali si intrecciano con quelle interpersonali, esistono gli sport individuali, nel quale l’atleta mette alla prova quotidianamente sé stesso, i propri limiti e le proprie paure. E’ importante dunque ancor prima di scendere in campo con le proprie gambe, essere pronti con la testa alla performance, per controllare e gestire al meglio le proprie capacità cognitive e non farsi abbattere da esse!
A cura del Dott. Enrico Nerboldi