La tanto dolorosa quanto inaspettata eliminazione di Roberta Vinci agli Internazionali BNL di Italia che si sono disputati la scorsa settimana al Foro Italico, ha stupito tutti. Ancora più sorprendenti però sono state le dichiarazioni rilasciate dalla tennista tarantina, che hanno evidenziato come ancora oggi si lavori poco sulla preparazione mentale degli atleti, anche in sport di altissimo livello. Per capire ciò di cui si sta parlando, basta mettere in ordine le parole che la giocatrice italiana ha pronunciato in risposta alle domande incalzanti poste dai giornalisti. Partendo dalle considerazioni riguardanti la superficie di gioco, la Vinci ha infatti affermato: ”sulla terra faccio sempre più fatica”. Questa frase dovrebbe già far riflettere molto, perché partendo da questo presupposto, si capisce come la campionessa italiana non sia scesa in campo nella migliore condizione mentale possibile, pensando già in partenza che la superficie del campo non sarebbe stata la più adatta per le sue caratteristiche di gioco.
La naturale conseguenza di questa poca fiducia iniziale nei propri mezzi non può che essere uno stato di nervosismo e tensione crescente, che non può essere positiva per la prestazione di un atleta, proprio come ha affermato lei stessa successivamente in conferenza stampa: “Ero nervosa al principio del match ed anche durante. Il tempo non era buono!”. In questa affermazione si può leggere tra le righe pure la ricerca di un possibile alibi, che andasse a giustificare anche solo parzialmente la prestazione sottotono prodotta durante il match contro Johanna Konta. Questo perché, essendo comunque necessario ammettere e riconoscere che il tempo nei giorni scorsi non è stato dei migliori a Roma per giocare una partita di tennis così importante e che ad essere più penalizzata da queste condizioni atmosferiche è sempre la più tecnica delle due giocatrici, quindi in questo caso Roberta, bisogna anche rendersi conto che questa situazione non può essere diventata un fattore decisivo nel determinare il risultato di un match. Proseguendo poi nella analisi delle dichiarazione rilasciate a fine partita, si può notare come la tennista non sia stata soddisfatta del suo atteggiamento in campo: “È stato un match giocato male, non in maniera aggressiva come avevo programmato di fare con il mio allenatore. Lei serviva bene e mi prendeva il tempo”.
In effetti come è possibile che una giocatrice, pensando già prima del match di giocare su una superficie a lei sfavorevole e scendendo per questo motivo in campo con un alto livello di nervosismo , fattore penalizzante nelle prestazioni sportive a qualsiasi livello, possa anche pensare di avere uno stile di gioco aggressivo? Diventa molto difficile che ciò accada perché, parlando più in generale, se la mente umana è consapevole di essere in un terreno sfavorevole alle condizioni della persona, la reazione innata che quasi sempre si verifica è quella di evitamento e/o fuga. Continuando poi in questa analisi, la Vinci ha parlato di un calo di tensione che può essere subentrato per aver raggiunto il traguardo di essere entrata in top-ten: “Calo di tensione per l’obiettivo top-ten raggiunto? Forse un po’ sì. Perché tenere sempre alta la concentrazione settimana dopo settimana è dura.” Anche questo aspetto fa molto riflettere, perché un professionista mentale del settore sportivo come uno psicologo dello sport, potrebbe risultare molto utile in questo caso per aiutare la campionessa italiana a mantenere un elevato e costante livello di concentrazione, dove lei stessa in prima persona ha riconosciuto di essere mancata nelle ultime uscite.
Lo stesso discorso può valere anche per aiutare la giocatrice tarantina a curare e gestire meglio la propria motivazione, come lei stessa ha dichiarato: “Devo cercare di giocare i prossimi tornei in maniera più tranquilla. Cercando di trovare di nuovo la giusta motivazione”. Potrebbe diventare importantissimo riuscire a riportare il suo stato di attivazione mentale ai livelli che aveva raggiunto tra il Settembre 2015 e il Febbraio di questo anno, quando in poco più di 4 mesi era riuscita ad aggiudicarsi il “Saint Petersburg Ladies Trophy”, battendo in finale Belinda Bencic, e a raggiungere la finale del torneo “U.S. Open”, dove si era dovuta arrendere soltanto ad una immensa Flavia Pennetta.
Per concludere infine questo approfondimento è opportuno concentrarsi sulle affermazioni di Roberta in merito alla tensione che a suo dire ha bloccato lei e gli altri italiani in campo a Roma durante questa intensa e spettacolare settimana: “La verità è che la tensione gioca brutti scherzi: mi sembrava sempre di essere in difficoltà ed in effetti lo ero. Gli italiani tutti fuori? E’ casuale. Tensione ed aspettative bloccano un po’.”
Invece no, non è un risultato casuale, ma è un prodotto dato dalle risorse investite nella preparazione mentale degli sportivi, svolta attraverso esperti del settore psicologico, che viene sistematicamente svolto oltre i nostri confini, e che al contrario in Italia avviene molto raramente. Le dichiarazioni analizzate sembrano quasi una richiesta di aiuto da parte della tennista italiana, come se non sapesse in che modo affrontare quella tensione che la ha mandata in grande difficoltà durante i suoi ultimi match. Visto che lo spessore sportivo e le qualità tecniche della giocatrice tarantina e del suo staff non sono minimamente in discussione, come si può vedere ammirando il prestigioso palmarès di Roberta Vinci, vorremmo accogliere le sue parole e proporci per aiutarla: nel percorso di preparazione mentale alla partita, che non includa situazioni potenzialmente stressanti o che creino un inutile stato di nervosismo; nella costruzione di un livello di concentrazione elevato e costante, che non preveda cali di tensione; nella formazione di una corretta ed adeguata motivazione, che le permetta di giocare libera a livello mentale.
Questi sono solo alcuni aspetti del cammino che potrebbe essere intrapreso insieme, per far sì che la tensione e le troppe aspettative non giochino più brutti scherzi. Affinchè, con una migliore e più completa preparazione psicologica, le situazioni di difficoltà diminuiscano e si riesca così anche ad avere un piccolo vantaggio psicologico, anche in quei rari casi in cui si dovesse fronteggiare delle avversarie in possesso di una maggiore abilità tecnica.
Forza Roberta, è tempo di tornare a vincere!
Dott. Davide Ghilardi