Allenare il corpo è indispensabile, possedere ed allenare la tecnica di gioco è un fattore di notevole importanza e saper adottare una buona strategia può fare la differenza. Ma lo sport è anche pensieri, emozioni e comportamenti. Ogni pratica sportiva è legata agli aspetti mentali dell’atleta: istinti, razionalità, emozioni, convinzioni e comportamenti. In una parola sola sport è anche mente.
Cos’è esattamente la forza mentale di un atleta? E come si allena?
L’atleta ha bisogno di un assetto mentale che gli consenta di evitare i tranelli legati all’ansia da prestazione, che aumenti le capacità di concentrazione sul qui ed ora della gara anche quando il traguardo appare lontano o eccessivamente sfidante, la capacità di rilassarsi e predisporre il migliore assetto mentale possibile per affrontare la gara.
Il potenziamento cognitivo
Si tratta di un intervento mirato a potenziare attraverso l’esercizio, le funzioni cognitive quali memoria, attenzione, linguaggio, abilità visivo-spaziali e tutte quella abilità che sono in generale alla base del ragionamento logico matematico, della lettura e scrittura.
Il potenziamento cognitivo è un percorso di arricchimento, sviluppato su più livelli e in maniera graduale, orientato ad ampliare i processi cognitivi e affettivi, oltre che la capacità di apprendere con maggiore efficacia, sviluppando nuove abilità o imparando ad utilizzare al meglio quelle che già si possiedono. Si tratta di interventi altamente personalizzati, che seguono la persona a partire dalle sue capacità attuali verso un continuo incremento. L’obiettivo non è quello di trasformare l’uomo in un campione-robot, ma di guardare ai bisogni dell’atleta, alle sue aspettative, alle motivazioni, alle sue necessità specifiche.
I benefici del potenziamento cognitivo riguardano una maggiore concentrazione sotto stress, un miglioramento della memoria e una migliore capacità relazionale. Attraverso l’allenamento mentale e l’utilizzo delle tecniche ad esso collegate, l’atleta può, inoltre, accrescere la conoscenza di sé stesso, dare espressione alle proprie capacità, migliorare il proprio livello di autostima, scoprire come corpo e mente possano interagire permettendo la realizzazione delle sue potenzialità.
La prestazione sportiva richiede, infatti, diverse abilità mentali quali la capacità di focalizzare e mantenere l’attenzione su aspetti rilevanti, consapevolezza, abilità nel controllo dei pensieri, gestione dell’ansia pre-agonistica e capacità di attivazione.
10 strategie cognitive
- Le immagini positive: “mentre fai esercizio fai in modo che la tua mente richiami delle immagini in sintonia con le sensazioni di velocità e potere derivanti dalla prestazione.” Ad esempio, se sei nel mezzo di una corsa veloce ed improvvisamente ti si para davanti un ostacolo da superare o una altura, prova a visualizzare un magnete che, come una calamita, ti alzi dal terreno trasportandoti senza sforzo dall’altro lato dell’ostacolo o in cima alla vetta. Ricorri alla tecnica della visualizzazione prima, durante e dopo l’allenamento.
- Il potere delle parole:“ripeti a te stesso delle affermazioni positive in maniera costante.” Il problema del pensiero negativo è davvero comune: la parte ipercritica di noi stessi, purtroppo, pare sempre in prima linea quando si tratta di demoralizzarci dinnanzi a situazioni difficili o in cui è implicito uno sforzo da effettuare. Non bisogna combatterla, ma comprenderla e convivere con quella parte di noi per sostituirne la presenza negativa grazie al potere delle affermazioni positive. Ad esempio, in quei momenti in cui ti pare che sia troppo doloroso e vorresti solo gettare la spugna e abbandonare, ripeti a te stesso: “Il mio sforzo, questa sensazione di dolore, sono il prezzo per la mia salute ed il sintomo che sto facendo davvero il mio meglio. E sta funzionando!”.
- L’attenzione al presente: “sii presente nel presente”. Con mente e fisico bisogna ricordare a se stessi di concentrarsi sul qui ed ora. Anziché preoccuparsi degli obiettivi futuri o lasciare che gli errori passati gravino sulle spalle e sugli scopi, bisogna lasciare che il prima e il dopo passino in secondo piano, focalizzandosi sul qui, adesso, proprio in questo momento.
- Il vantaggio: “cerca appiglio in ogni esercizio previsto dal tuo allenamento per trarne vantaggio.” Ad esempio, se qualcuno ti supera, stalle dietro e trai nuova energia dalla sua forza, cercando di non demordere e stare al passo il più a lungo possibile. Potrai pure arrivare secondo, ma allo stesso tempo conquisterai il podio dei tuoi record personali mai raggiunti e chissà, poco a poco, anche di quelli agonistici.
- Gli obiettivi immediati: “concentrati sugli obiettivi a breve termine, su ciò che vuoi ottenere nel presente ed in questo momento.” Suddividere le mete che ci si è prefissati di raggiungere in piccoli e più gestibili scopi focalizzandosi su ciascuno in maniera progressiva ed individuale, dedicando a ogni singolo step del percorso complessivo l’attenzione che merita. La meta finale, in questo modo, risulterà non solo più facile da raggiungere, ma anche più soddisfacente grazie alle piccole, grandi vittorie progressive da cui si potrà trarre, volta per volta, nuova motivazione.
- La ricezione del proprio corpo: “presta sempre molta attenzione, senza mai trascurarne le implicazioni derivanti, ai livelli di tensione ed ai segnali inviati dal tuo corpo.” Interrogare l’organismo con costanza rispetto alle sue esigenze e provvedere al rilassamento frequente dei muscoli sottoposti a stress.
- Il dolore come sforzo: se si prova una sensazione di “dolore benevolo” derivante dallo sforzo, non occorre affatto allarmarsi: è solo il sintomo che tutto sta procedendo per il meglio ed il corpo sta ottenendo dei piccoli successi. È bene, tuttavia, prestare sempre moltissima attenzione ai ritmi respiratori, ai livelli di ossigenazione ed alla scansione dei movimenti, lasciando che il dolore retroceda in secondo piano rispetto agli obiettivi prefissati. Si può addirittura utilizzare il dolore come segnale del livello di efficacia dello sforzo. Se l’investimento è produttivo, il dolore darà segno del progresso che l’organismo sta compiendo.
- La trascurabilità degli obiettivi: “preoccupati solo di ciò di cui hai bisogno in questo esatto momento (a livello di respirazione, ritmo, concentrazione).” Il record di tempo, il traguardo, il punteggio finale verranno di conseguenza, procedendo in autonomia. Non hanno bisogno di “te” e preoccuparsi per l’obiettivo finale disperderà le energie rispetto alle piccole, immediate vittorie che faciliteranno il percorso di raggiungimento, catalizzando forze e muscoli grazie a sempre nuova spinta motivazionale.
- L’attenzione è concentrazione: “elimina ogni fonte di distrazione.” Esalando ogni pensiero indesiderato e riassestando immediatamente l’attenzione sull’asse dei bisogni del momento, si ristabilirà una concentrazione ottimale allo svolgimento dell’allenamento o della gara.
- I festeggiamenti: “sii fiero e felice della tua forma fisica e della tua forza.” Quando si pratica esercizio, bisogna rilassarsi e lasciare che il proprio corpo faccia esattamente ciò per cui è stato allenato.
È sempre possibile intervenire sullo sviluppo mentale delle persone e portarle a impadronirsi di strategie più efficaci di adattamento alle richieste del mondo esterno: non è mai troppo tardi.
“Se fai quello che hai sempre fatto, otterrai quello che hai sempre ottenuto.” – Anonimo –
Staff CISSPAT
Dott. Bargnani Alessandro
Dott.ssa Franco Giada