Rugby, coppa del Mondo, Giovanelli: “Basta coi tecnici che vengono qui in pensione. “Mirco Bergamasco ha lanciato il sasso: “Brunel non parla coi giocatori”. Oggi un’altra bandiera azzurra si unisce alle critiche
Dopo Mirco Bergamasco, un’altra bandiera azzurra ci va giù pesante: è Massimo Giovanelli, 60 caps a cavallo degli anni Novanta, di cui 37 da capitano. L’ex flanker oggi 48enne, acuto e pungente come sempre, oltre che verso la gestione della squadra, indirizza i suoi pensieri critici verso quella del movimento.
LA POLITICA — “Il problema principale del nostro rugby – sostiene – è che non sa rinnovarsi. Quel che è successo nella politica con l’avvento della seconda repubblica, non è successo da noi. Le presidenze federali durano all’infinito e chi comanda ha poteri illimitati. Pensiamo al Sei Nazioni: fosse per i risultati sportivi, saremmo retrocessi da tempo. Non siamo competitivi, non siamo credibili. Ciò nonostante, la Nazionale tiene insieme il sistema, ma per quanto ancora? Una volta i club italiani avevano grande potere d’acquisto, oggi le finaliste d’Eccellenza prendono 90 punti da squadre straniere di terza fascia. Tecnicamente valiamo zero. Abbiamo il secondo budget federale dopo il calcio e il sud non esiste. Siamo diventati il rugby dei villaggi, non delle città. Non esiste una base, se pensiamo alle accademie come selezioni naturali, siamo fuori strada”.
LA NAZIONALE — Giovanelli è un fiume in piena, anche sull’attuale Nazionale: “Possibile che alla Coppa del Mondo si presenti sempre un c.t. con le valigie pronte? Le altre Nazionali hanno 4-5 tecnici affermati, noi pseudo staff. Non siamo capaci di gestire i cambi generazionali dei giocatori, ogni volta comportano drammi e lacerazioni come accade ora. Com’è normale che sia i “vecchi” tutelano i propri interessi, i giovani altro. Basta con gli allenatori che vengono qui in pensione: Fourcade e Coste si calarono nella realtà, gli altri, da lì in poi, hanno usato i problemi come scuse. Ci si affida ai quattro giocatori più esperti per perdere con uno scarto inferiore ai 40 punti, non si costruisce. L’apparato tecnico federale ha fallito e a pagare sono sempre i giocatori, attori di un sistema che fa acqua”.
LA NAZIONALE — Giovanelli è un fiume in piena, anche sull’attuale Nazionale: “Possibile che alla Coppa del Mondo si presenti sempre un c.t. con le valigie pronte? Le altre Nazionali hanno 4-5 tecnici affermati, noi pseudo staff. Non siamo capaci di gestire i cambi generazionali dei giocatori, ogni volta comportano drammi e lacerazioni come accade ora. Com’è normale che sia i “vecchi” tutelano i propri interessi, i giovani altro. Basta con gli allenatori che vengono qui in pensione: Fourcade e Coste si calarono nella realtà, gli altri, da lì in poi, hanno usato i problemi come scuse. Ci si affida ai quattro giocatori più esperti per perdere con uno scarto inferiore ai 40 punti, non si costruisce. L’apparato tecnico federale ha fallito e a pagare sono sempre i giocatori, attori di un sistema che fa acqua”.
Questo articolo mostra la difficoltà nel costruire un gruppo, una famiglia, una squadra ed un atteggiamento condiviso verso il sacrificio. Un bel punto di partenza per il prossimo gruppo.